Bookmark and Share
Il 19 novembre 2009, The North Face Italy, azienda appartenente al gruppo VF Corporation (multinazionale americana da 7,6 miliardi di dollari), ha comunicato ai propri dipendenti la decisione di trasferire la sede italiana presso l'headquarter di Lugano. Tale scelta, non dettata da motivi di fatturato, in quanto la società registra margini positivi e ha un bilancio in attivo, è arrivata in maniera inaspettata alle 160 persone che operano a Pederobba. Per fare sentire la loro voce sulla vicenda, sono state create queste pagine web, scritte sia in italiano che in inglese.

On November 19th 2009, The North Face brand - part of the 7,6 billion dollar powerhouse VF Corporation - informed the employees of its EMEA offices based in Pederobba (Italy) of its decision to transfer all activities to VF International HQ in Lugano (Switzerland). This announcement came as a shock to all 160 employees, especially because the brand continues to experience positive, albeit slower, growth and healthy operating margins. This website has been created to allow The Norh Face Employees to express their ideas, opinion and views on the matter.

martedì 2 febbraio 2010

Parole, parole, parole

La decisione della VF Corporation di trasferire la sede EMEA del marchio The North Face da Pederobba a Luguano (Svizzera) ha come conseguenza che molti lavoratori perderanno l’attuale posto di lavoro e dovranno ricercare una nuova occupazione.
E’ paradossale che questo avvenga a risorse che operano in una azienda in crescita e con conti economici in positivo.

Da evidenziare come, solo pochi giorni prima della comunicazione ufficiale del trasferimento ai dipendenti e alla parti sociali, erano in corso diverse selezioni per incrementare e migliorare l’organico interno.

Diverse persone lavorano alla The North Face Italy da molti anni e hanno contribuito fattivamente al successo del marchio nel mercato europeo.
Alcuni erano stati assunti in tempi più recenti, attirati da una azienda di impronta americana come cultura, gestione e metodologie lavorative e che garantiva una certa sicurezza economica in un periodo di forte contrazione.

Ora, invece, vengono indicati come “esuberi” e, pertanto, fra poco per loro si aprirà la porta degli ammortizzatori sociali e vedranno chiudersi inesorabilmente quella della ditta.

Tempi bui e magri si prospettano per queste risorse.

E proprio per questo aumenta l’indignazione: l’azienda in pochi mesi cancellerà con un semplice passaggio di spugna rapporti duraturi con collaboratori storici che l’hanno vista nascere e crescere, costringendoli a convivere con lo spettro di arrivare a fine mese con il magro assegno degli ammortizzatori.

I valori che hanno ispirato e guidato queste risorse (senso di appartenenza, importanza del loro lavoro) sembrano essersi volatilizzati in un soffio per la ricerca di un sempre maggiore guadagno e risparmio fiscale da parte della corporation.

L’azienda è fatta di persone e ha raggiunto i propri obiettivi grazie a loro (cosi dicevano).
Più probabile: l’azienda è fatta di altri valori (strettamente economici) espressi in moneta sonante ed il resto sono solo parole.